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Fondi Comuni di Investimento – Tipologie
Non tutti i fondi sono uguali.
Esistono diversi tipi di fondi comuni d’investimento e ciascuno ha un diverso funzionamento. Possiamo anzitutto distinguere tra
fondi a distribuzione dei proventi fondi che, con cadenza semestrale o annuale, distribuiscono i proventi, quando ci sono, agli investitori in base alle quote possedute.
fondi a accumulo fondi con i quali gli eventuali proventi annui non vengono distribuiti agli investitori man mano che maturano, ma restano all’interno del fondo, andandosi a sommare a quanto già investito e quindi ad aumentare il valore complessivo delle quote di tutti gli investitori. L’investitore realizzerà ovviamente tutti i proventi della sua partecipazione al fondo, ma solo al momento della cessione delle proprie quote.
Possiamo poi fare un’altra importante distinzione tra
fondi aperti o a capitale variabile permettono che il patrimonio del fondo stesso vari in qualunque momento, aggiungendo o sottraendo liberamente quote del capitale investito nel fondo.
fondi chiusi o a capitale fisso in questa tipologia invece l’ingresso di nuovi sottoscrittori o la liquidazione di quelli esistenti può avvenire solo in determinati periodi, per lo più annualmente, al fine di non esporre il fondo stesso a destabilizzanti improvvise variazioni di capitale.
Possiamo infine distinguere tra fondi armonizzati UE e fondi non armonizzati UE.
La distinzione è in buona misura implicita nella denominazione ed è opportuno soffermarsi sulle diverse garanzie per il sottoscrittore trattandosi, tra l’altro, in entrambi i casi di fondi aperti e quindi più soggetti a variazioni nel corso dell’anno.
I fondi armonizzati UE sono gestiti da operatori con sede legale in Italia e si dicono armonizzati perché vengono amministrati nel rispetto di quanto disposto dalle Direttive comunitarie sull’argomento, nello specifico, la Dir. 611/1985 e la Dir. 220/1988, entrambe recepite nel nostro ordinamento con il Decreto legislativo 83/1992. Tra le disposizioni a garanzia del fondo, e quindi indirettamente dell’investitore, si inseriscono il divieto di investire oltre il 10% del monte in strumenti di un singolo emittente ed il divieto di investire in strumenti derivati per un ammontare superiore al patrimonio netto del monte.
I fondi non armonizzati UE, invece, istituiti da un provvedimento della Banca d’Italia e da questa regolamentati, non prevedono le garanzie viste in precedenza e permettono anzi al gestore del fondo di investire in ulteriori fondi, sottoponendo ad una maggiore aleatorietà l’andamento nel corso dell’anno.
Le tipologie sono quindi numerose